Ti hanno detto che l’unica soluzione rimasta è la dentiera mobile? Non più, grazie a queste due tecnologie all’avanguardia.

Ciao dal Dr. Palmas,

Quando un paziente scopre di avere un problema dentale, la prima cosa che fa in assoluto è informarsi riguardo le possibili soluzioni disponibili sul mercato.

Se stai leggendo, anche tu sicuramente sei in questa fase qui.

I canali più comuni per ottenere informazioni, generalmente sono la classica ricerca su internet, il consiglio chiesto all’amico/parente o magari la visita dentistica gratuita dal vivo presso uno o più studi.

E’ praticamente impossibile che non si utilizzi almeno uno di questi tre strumenti nel cercare una soluzione per i propri denti.

Proprio per questo però, non c’è un punto di riferimento unico, affidabile e sicuro, che informa i pazienti in maniera chiare riguardo i loro problemi dentali e le varie cure possibili.

Come ho descritto in altri miei articoli, ci si trova davanti all’enorme scoglio della “troppa scelta”, perché l’abbondanza di informazioni disponibili non fa altro che confondere le idee piuttosto che chiarirle.

Quando si parla di casi “più semplici” la maggioranza delle cliniche è in grado di proporre soluzioni come i famosi ALL ON 4 e ALL ON 6.

Se parliamo invece di un intervento con più impianti, quindi il famoso ALL ON 8, molte cliniche già iniziano a storcere il naso, perché ovviamente per utilizzare un numero maggiore di impianti è necessaria un volume osseo della gengiva non indifferente, e la cosa diventa decisamente più complessa.

Ho già parlato delle tecniche ALL ON 4, ALL ON 6, ed ALL ON 8 in altri miei articoli.

Ma cosa accade esattamente quando queste stesse cliniche dentali si trovano però davanti ad un caso nel quale l’osso si è riassorbito a tal punto da non consentire addirittura l’utilizzo della tecnica ALL ON 4 (quella che richiede meno osso in assoluto)?

Molto semplice. Succede che al paziente viene detto che “l’unica opzione rimasta” è la dentiera mobile, se vuole poter masticare almeno un minimo.

Ma quindi Dr. Palmas mi stai dicendo che in realtà esiste una soluzione più valida della dentiera?”

Esattamente.

Se sei rimasto incuriosito perché anche tu ti rispecchi in una situazione come quella descritta dal titolo di questo articolo, allora ho buone notizie.

Continuando a leggere capirai esattamente in che modo è possibile liberarsi una volta per tutte della dentiera mobile – anche se per via della mancanza di osso ti è stato detto che nel  tuo caso specifico non si possono utilizzare impianti e protesi fisse.

Dentiera mobile

Ok, ti hanno proposto una dentiera mobile dicendoti che per il tuo caso non ci sono purtroppo altre soluzioni. Ma in fondo in fondo cos’ha che non va la dentiera mobile?

Ammesso che tu non lo sappia già o che magari non la stai già portando, ecco esattamente alcuni dei motivi per i quali la dentiera mobile non è assolutamente una soluzione adatta e dovresti evitarla come la peste.

  • Masticazione poco stabile

Ovviamente se la dentiera si dice mobile è perché può essere rimossa. Se può essere rimossa significa che non è ancorata su degli appoggi fissi.

Se vuoi quindi mangiare qualcosa di più duro della media significa che la dentiera sarà sottoposta alle elevate forze che si generano durante la masticazione.

Il rischio quindi è che la dentiera slitti o balli avanti indietro compromettendo l’efficacia e la qualità della masticazione .

  • Estetica scarsa

La dentiera mobile chiaramente è fatta di resina acrilica, ovvero plastica.

Ne consegue quindi che l’estetica non sarà mai neanche lontanamente simile a quella dei denti naturali, perché i denti naturali sono trasluncenti e la dentiera invece è opaca.

Inoltre col tempo la dentiera va man mano ingiallendosi, come qualunque altro tipo di plastica lasciata esposta a fattori chimico-fisici.

Se si lascia un pezzo di plastica in balia degli agenti atmosferici, del caldo e del freddo, questo inevitabilmente dopo poco tenderà ad ingiallirsi e diventare opaco.

Allo stesso modo la dentiera mobile in bocca attraversa processi molto simili se non addirittura peggiori.

In bocca infatti la dentiera è sottoposta non solo a elevate forze masticatorie, ma anche a una corrosione continua data dalla saliva acida, dal calore e dall’acidità di bevande molto calde o molto fredde come ad esempio un caffè o una bibita gassata.

  • Rischio continuo di infiammazioni, irritazioni ed infezioni

Le protesi mobili proprio per via del fatto che sono soggette a movimenti e spostamenti durante la masticazione, e considerando che non fanno respirare ed ossigenare la gengiva, provocano spesso e volentieri infiammazioni, irritazioni e di conseguenza piaghe gengivali che rischiano poi di infettarsi dando via a dolorose afte ed ascessi.

  • Mal di testa

Durante la notte, proprio per far ossigenare la gengiva la dentiera va tolta. Il problema è che questo crea una distensione e dei movimenti innaturali per i legamenti della mandibola (l’arcata inferiore) – che di conseguenza a sua volta può provocare mal di testa e dolori cervicali più o meno frequenti.

  • Nausea

Soprattutto nei primi periodi, la dentiera essendo un corpo estraneo in bocca al quale non si è abituati può risultare molto fastidiosa e provocare quindi nausea e conati di vomito.

  • Abbassamento ULTERIORE del volume osseo della gengiva

L’osso della gengiva è un po’ come il cemento di una colonna di supporto di una casa.

Per evitare che il cemento di cui la colonna è composta si sgretoli quando questa è sottoposta alle elevate forze generate da quello che c’è sopra, al suo interno vengono messi dei tondini (delle barre) d’accaio, che danno modo al cemento di legarsi a qualcosa di “rigido”.

Allo stesso modo le radici dei denti, evitano che l’osso della gengiva si sgretoli quando sottoposto alle forze masticatoria.

E’ chiaro quindi che se i denti (e quindi le radici) vengono a mancare, una volta posizionata la protesi mobile quella man mano andando a sfregare e premere sulla gengiva farà abbassare in maniera continua il volume osseo, che a sua volta renderà sempre più complicata la tenuta della dentiera.

  • Ribasamenti continui

La dentiera mobile nel tempo va ribasata presso uno studio odontotecnico, per via della naturale usura della resina acrilica di cui è fatta e anche a seguito della dimunuizione del volume osseo della gengiva.

E’ quindi da tenere in conto anche il costo di questi interventi straordinari di manutenzione (circa una volta l’anno) che rendono la cosa decisamente poco pratica e alla lunga potenzialmente anche più costosa di una soluzione fissa.

Se siamo d’accordo che quindi la dentiera non risolve anzi peggiora i problemi, allora cosa può fare chi ha perso molto osso e non può ricorrere agli interventi più classici di implantologia come ALL ON 4, ALL ON 6 oppure ALL ON 8?

Le soluzioni ci sono, sono estremamente avanzate e pochi centri al mondo sono in grado di metterle in pratica.

Si vabbè Dottor Palmas, te hai una soluzione a tutto, possibile mai?”

La maggioranza dei miei pazienti è come San Tommaso, se non vede non crede, quindi se sei scettico ovviamente ti capisco…

Dammi la possibilità di spiegarti che effettivamente le cose stanno così.

Il problema che hanno i dentisti nei Paesi più ricchi sono le tasse che devono pagare per poter essere in attività.

Molte volte il paziente crede che il dentista sia caro perché applica un ricarico esagerato sui costi delle prestazioni mediche.

Alcune volte si, è così, ma nella totalità dei casi la verità che il paziente non ha modo di vedere è che dietro il dentista c’è sempre un “socio” nascosto che prende la percentuale su tutto ciò che incassa il dentista:

Questo socio nascosto è lo stato.

Tra costi dell’EMPAM (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri), IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche), IVA, (Imposta sul valore aggiunto), ed altre tasse varie, un dentista perde la maggioranza di ciò che incassa.

Questo non gli consente quindi di:

1) Pagarsi i costosi corsi di aggiornamento per poter studiare ed effettuare chirurgie avanzate.

Le tecnologie che consentono di posizionare protesi fisse avvitate anche se gli impianti tradizionali non si possono utilizzare, sono estremamente recenti ed avanzate, ed in continuo aggiornamento proprio perché così moderne.

Come puoi immaginare, i corsi per studiarle e poterle implementare sono pochi e molto molto costosi e vanno nella maggioranza dei casi seguiti in Paesi esteri.

E’ ovvio dunque che se il dentista o la clinica in questione non ha abbastanza margine per poterseli permettere, allora automaticamente non potrà operare utilizzando questi rececenti avanzamenti nell’odontoiatria.

Le ingenti tasse inoltre gli impediscono anche di:

2) Avere abbastanza utile per poter effettuare i costosi investimenti per l’acquisto di macchinari, materiali, ed assumere il personale necessario ad effettuare questo tipo di intervento.

Come puoi immaginare per questi due tipi di interventi sono necessarie attrezzature e personale altamente specializzato e qualificato, e non meno importante personale con esperienza sulle spalle.

Per la loro installazione ad esempio sono necessari:

  • Speciali macchine e programmi computerizzati per la fase di progettazione
  • Frese a controllo numerico, forni e  stampanti 3D
  • Odontotecnici specializzati nella realizzazione di questi lavori
  • Macchinario per l’anestesia totale
  • Anestesista
  • Rianimatore, per poter rianimare il paziente in caso sorgano complicazioni
  • Ambienti sterili con microclima controllato da una speciale macchina che filtra l’aria della sala operatoria
  • Uno o più chirurghi esperti con anni di esperienza sulle spalle
  • Infermiere
  • Materiali ed impianti con garanzie più lunghe possibili
  • Protocolli di sicurezza rigidissimi che limitano il più possibile qualunque tipo di complicanza o problematica

Ovviamente tutto ciò ha un costo molto elevato, ma se il dentista deve pensare a pagare le tasse imposte dallo stato, non potrà organizzarsi per offrire questo tipo di intervento a chi ne ha bisogno.

E’ naturale quindi che se così pochi chirurghi odontoiatri conoscono, sono aggiornati e possono praticare questi tipi di intervento, allora anche la maggioranza delle persone che ne hanno bisogno non sarà informata a riguardo.

Ti spiego qui di seguito qual è il processo affinché una novità diventi di uso comune in un settore.

E’ fondamentale che tu lo conosca perché solo così capirai perché esattamente la maggior parte dei dentisti e delle persone NON conoscono le soluzioni più innovative di cui sto per parlarti.

 

Come vedi nell’immagine, l’innovazione parte da una piccola percentuale di persone che portano nel settore una nuova tecnologia, ovvero gli innovatori o “visionari” se così vogliamo chiamarli.

Nel nostro caso sono coloro che studiano e ricercano mettendo a punto una nuova tecnologia nelle sue prime fasi, ad esempio le università più avanzate come quella dove ho fatto anche io dei corsi, l’università di New York.

Subentrano a questo punto i primi adottanti, ovvero coloro che sono sempre al passo con le più recenti novità di un settore e sono pronti ad adottare una nuova scoperta.
Nel nostro caso sono i primi dentisti e i primi centri che implementano una nuova tecnologia o una nuova scoperta.


Poi c’è la prima maggioranza, cioè i pragmatici, coloro che prediligono la pratica alla teoria e quindi adottano rapidamente la novità.

Sono nel nostro caso la parte più giovane dei dentisti, i neolaureati o quelli che sono in attività da poco, che già escono dalle università con nozioni e conoscenze più aggiornate e che quindi sono più propensi ad adottare eventuali novità.

Viene dopo la seconda maggioranza, ovvero quelli che sono conservativi e che quindi fanno più fatica ad accettare i cambiamenti in un settore.

Nel nostro caso sono i dentisti delle vecchie generazioni, coloro che hanno uno studio aperto da più decadi e che quindi sono più “duri” da convincere.

Infine ci sono i ritardatari, ovvero gli scettici, che hanno prima bisogno di verificare e sperimentare con i loro occhi un cambiamento per poterlo accettare.

Coloro che generalmente per uno o più motivi sono contrari al cambiamento e si oppongono attivamente finché non ne provano la validità in prima persona.

Una delle possibili soluzioni per coloro a cui è stato detto che la protesi mobile è l’unica soluzione rimasta sono gli impianti zigomatici.-

Nel caso di questo particolare tipo di impianti che ti descriverò a breve, il mondo dell’odontoiatria è ancora nella seconda fase, ovvero quella dei primi adottanti.

Questo particolare tipo di intervento già da un po’ di tempo è conosciuto, infatti ci sono già chirurghi maxillofacciali in tutta Europa che sono abilitati ed in grado di poterli installare.

Il resto dei dentisti e delle cliniche più modeste però questo tipo di intervento NON possono eseguirlo, proprio per l’elevata tassazione dei paesi più ricchi e il costo proibitivo dei corsi, dei macchinari e dei materiali necessari.

Un’altra possibile soluzione per coloro a cui è stato detto che la protesi mobile è l’unica soluzione rimasta sono gli sconosciutissimi impianti subperiostei.

Il mondo dell’odontoiatria in questo caso è addirittura ancora nella primissima fase del diagramma mostrato prima, ovvero quella in cui gli innovatori lavorano per lo studio e le primissime impementazioni di una nuova tecnologia.

Si tratta infatti di un tipo di impianto molto particolare, per il quale sono solo 4 o 5 le cliniche al mondo che lo stanno studiando ed iniziando ad implementare.

Uno di questi centri è proprio il mio policlinico SOS Turismo Dentale.

A questo punto ti starai chiedendo:

“Ok Dottor Palmas, tutto molto bello e interessante, ma esattamente come funzionano questi due tipi di interventi e perché possono essermi d’aiuto?”

Cercherò qui di seguito di spiegarti in maniera semplice e precisa come funzionano queste due tecnologie, senza usare termini tecnici, in modo che tu possa capire al meglio di cosa sto parlando e capire soprattutto se sono delle tecniche che potrebbero fare al caso tuo.

Gli impianti zigomatici

Quei due oggetti lunghi evidenziati in verde sono impianti zigomatici.

Sono particolari tipi di impianti che si utilizzano nella maggioranza dei casi quando la cresta della gengiva (in arancione) è scesa a tal punto da non consentire più l’utilizzo di impianti convenzionali, nè l’impiego della tecnica dell’innesto osseo.

Generalmente questa condizione si presenta in persone che hanno subito più interventi odontoiatrici nel corso del tempo e che sono falliti – lasciando dietro di loro inevitabilmente una condizione peggiore di quella di partenza.

Oppure nel caso di pazienti anziani che hanno sempre portato una dentiera mobile nel corso degli anni, che come abbiamo visto sopra porta nel tempo alla notevole diminuzione del volume osseo.

Infatti quando il volume osseo della gengiva superiore diminuisce, accade che la cresta della gengiva si avvicina man mano pericolosamente alle cavità naturalmente presenti nella parte immediatamente superiore, ovvero quelle che sono sotto gli zigomi e sotto il naso.

Si tratta dei due seni mascellari (in viola) e della cavità nasale (in rosso). Sono tre “vuoti” che tutti abbiamo nel cranio.

La cavità nasale ovviamente serve per poter far passare l’aria dall’esterno ai nostri polmoni, e i seni mascellari invece servono (in parole povere) per riscaldare questa aria che prima di raggiungere i polmoni passa al loro interno.

Quando ti raffreddi sono i seni mascellari che si riempiono di muco causando la famosa “sinusite” ed impedendoti di respirare a dovere.

Proprio per colpa di queste tre cavità, quando l’osso gengivale si abbassa di molto, si rischia con degli impianti convenzionali di andarlo a bucare come in una specie di “effetto cartongesso”.

L’effetto cartongesso è dato dal fatto che la gengiva all’apparenza sembra solida e dura da fuori, ma nell’inserire l’impianto si buca questo strato superficiale raggiungendo appunto una di queste cavità che stanno direttamente sopra la gengiva.

Per evitare questo, semplicemente si utilizzano degli impianti più lunghi, gli impianti zigomatici.

Sono impianti appunto più lunghi (circa 4-5 cm), che non si fermano nell’osso della gengiva, ma più in alto, negli zigomi (cerchiati in giallo nella foto).

Servono essenzialmente a supportare la protesi dentale nelle zone posteriori della bocca.

Nelle zone frontali invece anche nelle situazioni più complesse c’è comunque osso a sufficienza per almeno un paio di impianti “classici”, infatti come vedi nella foto ce ne sono evidenziati in blu due, che vanno a supporto della protesi nella zona frontale.

Le differenze e le specifiche tecniche sono molte e sono complicate, ma quello che interessa a te sicuramente è come tutto questo si traduce nella vita di tutti i giorni.

Un paziente che in bocca ha degli impianti zigomatici, non vede ne sente la differenza rispetto alle tipologie più convenzionali di impianti in bocca, se non tramite una radiografia.

Dato che gli impianti zigomatici sono utilizzati proprio quando non è possibile utilizzare un numero sufficiente di impianti “classici”, nella maggioranza dei casi la protesi che va avvitata sopra a questi impianti è al massimo in composito.

Ad ogni modo nè tu nè qualunque altra persona riuscirà accorgersi delle differenze con un normale dente, se non a seguito di un’accurata ispezione.

E’ bene dire che gli impianti zigomatici per via della loro lunghezza non possono essere utilizzati per l’arcata inferiore quando manca l’osso.

Nell’arcata inferiore infatti quando manca l’osso si presenta un’altro problema altrettanto serio:

Il nervi mandibolari, che corrono su entrambi i lati dell’arcata inferiore dentro la gengiva, impediscono di posizionare impianti nelle loro prossimità quando non c’è osso a sufficienza.

Nell’immagine ho evidenziato i nervi mandibolari in verde, uno a destra e uno a sinistra. Come vedi corrono lungo quasi tutta l’arcata e si fermano più o meno all’altezza dell’ultimo premolare o dei canini.

Questo significa che se la cresta della gengiva ( in rosso) si ritrae troppo, allora non c’è più lo spessore di osso necessario per poter inserire impianti di nessun tipo (lo spessore è evidenziato dalle freccette blu).

Questo perché si rischierebbe altrimenti di andare a lesionare o danneggiare questi importanti nervi che danno sensibilità alla bocca e al viso.

Fortunatamente la mia equipe, insieme a pochi altri centri d’eccellenza al mondo sta studiando ed implementando nei primi casi un particolare tipo di soluzione fatto per risolvere questo problema.

Gli Impianti subperiostei

 

La soluzione a questo problema è data dall’utilizzo di impianti subperiostei.

“Si Dottor Palmas ma che sò? Come se mangiano?”

Questo tipo di impianti è molto molto particolare ed avanzato, perché fatto su misura esatta del paziente, e serve per poter supportare la protesi dentale inferiore anche quando non si possono inserire impianti “classici” senza danneggiare i nervi mandibolari.

Proprio per evitare di danneggiare i nervi mandibolari, come puoi vedere nell’immagine l’impianto subperiosteo (in verde) non perfora l’osso della mandibola ma “lo abbraccia” o “avvolge”.

Si tiene agganciato tramite tanti “puntelli” (indicati dalle frecce) che non vanno appunto in profondità ma essendo di un numero elevato garantiscono comunque un’ottima stabilità.

Gli impianti subperiostei essendo fatti su misura del paziente, devono essere prima prodotti in un laboratorio specializzato per questi tipi di lavori.

Il primo step infatti prevede che vengano prese le impronte dell’arcata del paziente.

Viene costruita una protesi radio-opaca, ovvero una protesi attraverso la quale è possibile vedere attraverso con i raggi X, e con questa protesi in posizione si esegue un esame di TAC3D.

Con i dati dell’esame il Chirurgo, insieme ad un team specializzato, progetterà l’impianto personalizzato.

L’intervento di installazione a quel punto una volta pronto l’impianto, potrà essere eseguito in anestesia locale o generale a seconda delle situazioni. L’intervento richiede circa 2 ore.

Si potrà subito montare una protesi provvisoria fissa, anche se inizialmente (circa due mesi) sarà possibile masticare subito cibi soffici.

Ovviamente come in qualunque caso di riabilitazioni estreme, quello che veramente è importante è come si tratta il lavoro:

E’ chiaro che se dopo aver effettuato l’intervento apri bottiglie coi denti, li usi per troncare fili, spaghi e fibre varie oppure magari fumi un pacchetto di sigarette al giorno, allora ci saranno ovvie complicazioni e probabili problemi in futuro.

Noi da parte nostra garantiamo i materiali utilizzati, garantiamo che le procedure di sicurezza seguite vanno addirittura oltre agli standard internazionali, e allo stesso modo garantiamo anche che i macchinari e i chirurghi da noi in clinica sono tra i migliori al mondo in questo campo.

Tu dal canto tuo, se fai parte di quel gruppo di persone che ha necessità di questi interventi particolarmente complessi, devi metterci il tuo e seguire quindi le istruzioni dettagliate che ti daremo alla fine dell’intervento.

Se vuoi dunque avere una consulenza gratuita con uno dei miei responsabili e con me direttamente per valutare meglio il tuo caso specifico, e per capire esattamente quale soluzione è più adatta a te…

…allora non esitare e liberati una volta per tutte della dentiera mobile (o evita di doverla mettere).

Clicca QUI ed inserisci i tuoi dati nel modulo che trovi a fine pagina. Sarai ricontattato gratuitamente e senza impegno per approfondire e ti sarà chiesta una panoramica dentale, se non l’hai già inviata, per poter valutare al meglio il tuo problema e le possibili soluzioni.

Un abbraccio dal Dr. Palmas, Ayò!

 

 

 

I NOSTRI DATI SONO PRESENTATI NEL PIENO RISPETTO DELLA PRIVACY DI OGNI PAZIENTE. RICORDIAMO AI NOSTRI VISITATORI CHE I PREZZI MOLDAVI NON POSSONO ESSER PARAGONATI CON QUELLI ITALIANI IN ALCUN MODO. IN MOLDAVIA LA TASSAZIONE ALLE IMPRESE E’ DEL 12%,IL COSTO DEI DIPENDENTI È BASSO, L’IVA SUI TRATTAMENTI DENTALI NON E’ PRESENTE. TUTTA QUESTA SERIE DI AGEVOLAZIONI CI PERMETTONO DI OFFRIRE SERVIZI A PREZZI ALTAMENTE COMPETITIVI DUNQUE NON PARAGONABILI PER TUTTA QUESTA SERIE DI RAGIONI. QUALORA DOVESTE NOTARE QUALCOSA DI TENDENZIOSO, O SCORRETTO VI PREGHIAMO DI COMUNICARCELO A INFO@SOSTURISMODENTALE.IT, PROVVEDEREMO SUBITO AD ESAMINARE LA SEGNALAZIONE ED EVENTUALMENTE CORREGGERE. IL TEAM SOS TURISMO DENTALE

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