Hai più di 40 anni e soffri di alitosi? Corri dal dentista e assicurati che non sia solo l’inizio di qualcosa di più grave!

Lo sapevi che circa un italiano su 4 soffre di alitosi? E sapevi anche che un sorriso smagliante e un alito profumato sono i primi due aspetti che le donne guardano in un uomo e viceversa?

Se non lo sapevi, ti abbiamo avvisato!

Quindi, se sei tra coloro che spendono pomeriggi tra palestre e centri estetici ma che soffrono di alitosi perché trascurano la propria igiene orale, è il caso di prendere seriamente in considerazione l’idea di fare un bel check up dal tuo dentista!

Al di là delle pesanti implicazioni relazionali che può avere un problema di questo tipo, (non immagi quanti pazienti tutti i giorni mi confessano che si coprono la bocca quando parlano perché si vergognano) se hai superato i 40 anni e soffri di alito cattivo ricorrente, potrebbe trattarsi di un campanello d’allarme per altre patologie più serie del cavo orale.

Innanzitutto è bene sapere che l’alitosi può essere un vero e proprio disturbo che deriva dall’accumularsi di batteri nel cavo orale e nella gola, (nello specifico batteri anaerobi gram-negativi come il treponema denticola o il porphyromonas gingivalis) che si annidano tra i residui di cibo che non vengono eliminati costantemente con un’adeguata igiene orale.

Può accentuarsi in maniera molto importante se si è fumatori abituali e se si hanno disturbi gastro intestinali poiché anche la cattiva digestione collabora al formarsi dell’alito cattivo.

Tuttavia è bene rammentare che se si escludono le cause derivanti dalle cattive abitudini come il fumo appunto, il classico odore alitosico deriva anche da lesioni cariose dei denti o peggio, dalle tipiche tasche parodontali presenti nei pazienti affetti dalla malattia parodontale conosciuta volgarmente come “piorrea”.

Se avete notato che le vostre gengive, di punto in bianco, hanno iniziato a sanguinare costantemente quando lavate i denti, se vi siete accorti che si stanno “abbassando” facendo sembrare i denti più lunghi, o addirittura che qualche dente si muove seppure di poco, allora è probabile che abbiate un’inizio di una parodontite ed è bene rivolgersi ad un dentista tempestivamente.

La parodontite (o malattia parodontale) è un’infezione batterica dei tessuti, gengive, legamento parodontale e osso alveolare che circondano e sostengono i denti, chiamati collettivamente parodonto. Si tratta del secondo e più grave stadio del disturbo gengivale.

Può svilupparsi quando la gengivite non viene trattata. È provocata dall’accumulo della placca batterica al di sopra e al di sotto del bordo gengivale (l’area in cui la gengiva incontra il dente). Ciò può portare l’osso e gli altri tessuti che sostengono i denti a subire danni irreversibili.

Tutti i mesi nel mio policlinico curo centinaia di pazienti che hanno sottovalutato questa malattia e soprattutto hanno preso sotto gamba i primi sintomi come appunto l’alitosi ricorrente o il sanguinamento delle gengive.

Tutti i mesi mi sento raccontare che hanno iniziato a perdere i denti molti anni fa per trascuratezza, perché una volta un dente cariato andava estratto o perché gli si sono spaccati i denti e quindi piano piano li hanno persi tutti e sono arrivati al punto di doversi accontentare di portare le dentiere di plastica a vita.

Molto spesso questi pazienti hanno meno di 55 anni e sono già arrivati all’esasperazione.

Mi raccontano che la loro vita sociale è cambiata drasticamente in peggio, che si vergognano a sorridere in pubblico o che non possono più andare a mangiare una pizza con gli amici o con i nipoti per paura che la dentiera gli venga via al primo morso.

Alcuni di loro sono caduti in depressione, altri hanno addirittura divorziato o non riescono a trovare un compagno/a a causa del profondo disagio che i loro problemi gli causano nelle relazioni sociali.

Ci sono pazienti che si sono rivolti a dei dentisti senza scrupoli che si sono limitati a mettergli in bocca delle ciabatte di plastica, altri più fortunati si sono rivolti a strutture serie, ma i costi proibitivi dell’impiantologia, hanno reso loro impossibile rimettere tutti i denti fissi condannandoli alla stessa sorta: protesi mobile, ovvero dentiera in plastica.

Ebbene ogni volta mi siedo a tavolino e comincio a dar loro delle buone e delle cattive notizie.

Non è vero che hanno perso i denti perché si sono trascurati, o comunque è vero in parte.

Non è vero che i denti con l’età si perdono e che è normale che sia così.

Non è vero che un dente cariato vada necessariamente estratto.

Non è vero che se si perde un dente e gli altri si muovono solo, vuol dire che la malattia è localizzata.

E soprattutto, non è assolutamente vero che l’alitosi derivi esclusivamente da cattive abitudini o che le gengive sanguinano solo perché spazzoliamo troppo forte i denti.

 

A volte è così, se si tratta di episodi sporadici. Ma quando questi sintomi sono ricorrenti, è molto probabile che il nostro corpo ci stia mandando dei segnali importanti per identificare una malattia parodontale.

SE HO LA PIORREA SONO CONDANNATO A PORTARE LA DENTIERA?

 

Veniamo ora alle buone notizie! Se stai perdendo o hai perso molti denti, è probabile che tu sia affetto da parodontite o piorrea.

Se ai primi sintomi come alitosi, sanguinamento e arretramento gengivale ti sei rivolto da un bravo dentista, c’è una buona probabilità di prendere la malattia per tempo.

Quando la parodontite è ad uno stadio iniziale, si possono eseguire delle terapie per provare a tenerla sotto controllo. Esiste un vero e proprio protocollo sanitario per il trattamento di questa patologia e te ne illustro brevemente i passi.

1- Recarsi da un dentista specializzato ed eseguire un prelievo salivare tramite un tampone che viene strofinato sulle gengive. Questa procedura non è assolutamente invasiva ed è necessaria ad individuare il batterio responsabile della malattia e a valutarne l’aggressività.

2- Eseguire una o più sedute di igiene profonda chiamata “curettage” o levigatura delle radici.

Questo trattamento viene eseguito generalmente con una piccola anestesia locale e serve a rimuovere la patina batterica che riveste le radici naturali del dente e causa le famose “tasche gengivali” dentro cui si annidano placca e residui di cibo. Queste tasche sono le principali responsabili dell’alitosi da parodontite.

3- A seguito del risultato del tampone salivare, il dentista potrà prescrivere un antibiotico specifico per il trattamento della patologia anche per via orale.

4- Ripetere la procedura a distanza di 4 mesi per valutarne i risultati.

5- Se la terapia dà esito positivo, allora il paziente potrà eseguirla costantemente più volte l’anno a seconda delle indicazioni del medico e tenere sotto controllo la malattia nel tempo.

Se il paziente rimarrà stabile, ci sono buone probabilità che non dovrà effettuare interventi di tipo chirurgico.

Tuttavia esistono casi in cui la terapia parodontale non ha efficacia. Questo accade quando la malattia viene diagnosticata troppo tardi o quando il batterio responsabile è troppo aggressivo e radicato.

In questo caso, ricorrere all’impiantologia in maniera tempestiva può significare salvarsi dalla condanna della dentiera mobile a vita.

Uno dei danni più diffusi causati dalla parodontite è l’atrofia ossea, ovvero un riassorbimento in altezza e in spessore dell’osso mascellare e dell’osso mandibolare.

Il corpo percepisce i denti affetti da piorrea come “corpi infetti” e automaticamente procede alla loro espulsione, un po’ come quando una scheggia ci entra sotto pelle e il nostro corpo, attraverso un periodo di infezione localizzata, lavora affinché questa scheggia torni in superficie per poterla espellere o per poterci permettere di estrarla.

La bocca reagisce alla stessa maniera con i denti affetti da parodontite. La gengiva comincia a distaccarsi dalla radice dei denti , l’osso arretra e si riassorbe per provocarne prima la mobilità e poi la caduta naturale.

Purtroppo quando si innesca questo processo, è un processo IRREVERSIBILE e non è possibile salvare il dente o i denti in questione.

Vedo spesso persone che per correre ai ripari sono ricorsi ad un bloccaggio dei denti in mobilità mediante una barra in ferro che li tiene uniti, il cosiddetto “splintaggio” ma non è mai una buona idea poiché questo intervento non ha alcun effetto sull’atrofia ossea, anzi, può rappresentare un’aggravante per l’igiene orale con il conseguente avanzamento della malattia in maniera ancora più aggressiva.

Dunque nei casi di piorrea avanzata, la maggior parte dei pazienti si presenta con questi sintomi:

  • Alitosi ricorrente derivante dalle tasche parodontali e dall’acidità del PH della bocca
  • Atrofia ossea diffusa
  • Denti in mobilità
  • Denti storti o distanti l’uno dall’altro
  • Abbassamento e sanguinamento gengivale
  • Solchi sulla lingua dovuti alla presenza di batteri nel cavo orale

 

In questo caso il dentista può valutare la possibilità di una bonifica totale degli elementi dentali residui e del ripristino di tutta la dentatura mediante l’impiantologia fissa.

 

Ora voglio darvi un altro po’ di buone notizie non prima di avervi paventato una serie di circostanze in cui scommetto che molti di voi si riconosceranno.

Quando un paziente si trova nella situazione di aver perso molti denti può capitare di trovarsi di fronte a due scuole di pensiero odontoiatrico:

1- Il dentista “conservatore” disonesto

2- Il dentista onesto

Ogni mese ospito circa 200 pazienti nel mio policlinico e con molto dispiacere posso affermare che l’esatta metà di queste persone si rivolgono a me dopo aver subito interventi parziali o addirittura sbagliati a causa di una diagnosi superficiale o assente della parodontite. Ecco perché ho fatto questa distinzione tra dentisti onesti e non.

Quando un paziente corre dal dentista per chiedergli aiuto, il dentista dovrebbe essere eticamente obbligato ad essere sincero a livello diagnostico nei confronti dei pazienti.

A seconda dello stadio di avanzamento della piorrea, si possono eseguire determinate cure, come ad esempio salvare i denti rimasti oppure procedere all’impiantologia riabilitativa totale.

In entrambi i casi, il dentista dovrebbe informare il paziente del suo stato di salute reale e quali rischi corre se si effettua un intervento piuttosto che un altro. Mi spiego ancora meglio.

Troppo spesso vedo pazienti con piorrea in stadio più che avanzato, venire curati con una terapia conservativa, ovvero mantenendo i denti che ha in bocca, talvolta addirittura già in mobilità, e limitandosi a devitalizzarli e incapsularli facendo ponti o corone singole. Tutto questo senza nemmeno aver prima ripristinato il PH corretto della bocca.

Ebbene una terapia di questo tipo, se effettuata quando la malattia è in stadio già avanzato e chirurgico, può essere addirittura peggio che procedere con l’estrazione di tutti i denti.

Questo perché incapsulare un dente in un osso malato, equivale a costruire un palazzo sulla sabbia.

E mentre il paziente non si accorge di nulla e pensa di aver trovato la soluzione, il batterio della parodontite continua a lavorare indisturbato, attaccando i monconi (ovvero le radici) dei denti che sono stati devitalizzati e incapsulati.

A causa della devitalizzazione il paziente non si accorge dell’insorgere di infezioni periapicali o di granulomi poiché non sente il dolore.

E se non effettua delle lastre periodiche di controllo, né lui, né il dentista che lo visita dal vivo, può accorgersi dei danni sviluppati sotto le radici di questi denti già curati.

L’enorme rischio che si corre in questi casi e con il quale mi trovo a combattere tutti i santi mesi, è di trovarsi davanti un osso che nel frattempo si è ulteriormente riassorbito e che non lascia spazio all’inserimento degli impianti, rendendo obbligatorio e urgente un intervento di rigenerazione ossea che poteva essere evitato se fosse stata eseguita da subito la terapia corretta.

Ecco perché prima ho parlato di dentisti disonesti. Perché molto spesso i pazienti mi raccontano che non gli era stata nemmeno diagnosticata la parodontite nonostante fosse evidente dalla ortopanoramica, e che il dentista gli aveva garantito che la terapia conservativa proposta era quella giusta.

Peccato che probabilmente era solo la terapia più a portata delle tasche del paziente.

In questo caso, se il dentista fosse stato onesto, avrebbe dovuto informare il paziente di quali sarebbero state le alternative e quali i rischi e al massimo lasciare al paziente la libertà di scelta, soprattutto nel caso di una scelta sbagliata dal punto di vista medico.

Un conto è un dentista onesto che ti dice senza mezze misure che una terapia conservativa è inutile e dannosa ma che in mancanza di denaro da parte del paziente, si prova a far quel che si può pur sapendo che non risolverà i suoi problemi ma che anzi correrà il rischio di non poter intervenire in futuro.

Un conto invece, è incontrare un dentista senza scrupoli che per timore di perde un paziente per motivi economici procede di propria iniziativa con una terapia che sa essere scorretta.

E che negli anni costringerà quel paziente a tornare da lui per altri interventi, sborsando ulteriormente denaro.

Purtroppo, questa circostanza è fin troppo ricorrente nei pazienti che aiuto tutti i mesi.

Dovete fare molta attenzione da questo punto di vista e chiedere apertamente al vostro dentista qual è la reale situazione della vostra bocca e a cosa potreste andare in contro.

Veniamo ora alle buone notizie che vi avevo promesso poco fa.

Se fino a 10 anni fa, l’impiantologia era ad appannaggio di poche persone benestanti e se dal punto di vista tecnologico fosse abbastanza limitata ai pazienti con un osso poco danneggiato, oggi l’odontoiatria ha fatto dei passi da gigante e ci permette di operare pazienti che anche solo 5 anni fa, avrebbero dovuto accontentarsi della dentiera mobile a vita.

Oggi nel mio policlinico siamo in grado di ricostruire l’osso e di renderlo pronto a ricevere gli impianti nell’arco di 6 mesi.

Grazie alla tecnica dell’all on 8 (ovvero una riabilitazione totale con 8 impianti per arcata), possiamo ricostruire un’intera bocca avvicinandoci quanto più possibile alla bocca naturale sia a livello funzionale che estetico, garantendo una durabilità a vita delle protesi se ben mantenute.

Nei casi più estremi, ovvero quelli in cui non è più possibile ricostruire l’osso, siamo il policlinico più avanzato d’ Europa per l’utilizzo dell’impiantologia zigomatica e periostea mediante la tecnica meno invasiva che esiste e grazie alla telemedicina, possiamo programmare l’intervento al computer nei minimi dettagli ed eseguirlo in maniera teleguidata abbassando ulteriormente i rischi.

Grazie alla telemedicina appunto, l’intervento viene eseguito in anestesia locale e non generale come accade negli ospedali italiani. A differenza di qualche anno fa, oggi nel nostro policlinico è un intervento di routine rapido, sicuro e con dei tempi di recupero molto veloci rispetto al passato.

E infine, da noi in Moldavia è possibile accedere a queste cure ad un prezzo dell’80% inferiore rispetto a qualsiasi altra struttura italiana ed Europea.

Questo perché siamo l’unico Policlinico europeo (e il terzo nel mondo) specializzato esclusivamente nell’impiantologia riabilitativa totale complessa e lavoriamo 7 giorni su 7 solo su casi estremi.

80 tra chirurghi e professori di maxillo facciale curano 200 persone al mese e sono in costante fase di ricerca e aggiornamento.

Il nostro laboratorio è attualmente il più grande e il più tecnologicamente avanzato di tutta Europa e ci permette di terminare gli interventi più complessi nella metà del tempo generalmente necessario.

Quindi, ricapitoliamo tutto.

  • Se soffri di alitosi ricorrente e/o mobilità dei denti corri dal dentista.
  • Se fino a ieri pensavi che l’unica soluzione per te fosse la dentiera mobile, sappi che esistono alternative chirurgiche che possono permetterti di montare i denti fissi anche se hai poco osso
  • Se pensavi di non poterti permettere i denti fissi perché troppo costosi, INVIAMI LA TUA ORTOPANORAMICA e in 24h ti fornirò una diagnosi e un preventivo per un intervento di riabilitazione con denti fissi su impianti

Più di 200 persone tutti i mesi scelgono Sos Turismo Dentale per tornare a mangiare e a sorridere come una volta!

Quindi non vergognarti se non ti senti sicuro di te stesso perché stai avendo problemi con i denti, i giorni in cui non potevi più permetterti il lusso di sorridere in pubblico o di mangiare una bistecca hanno le ore contate!

Contattaci e assicurati un posto nelle liste d’attesa prima che sia troppo tardi e ricorda: il tempo è il nemico numero uno di tutti i problemi della bocca!

Agisci ora per non dover rinunciare alla vita serena che meriti! Ti aspetto!

Saluti dal Dottor Palmas, ayò!

Not found